Tra il 1146 e il 1148, la Repubblica di Genova intraprese una campagna bellica per controllare il bacino del Mediterraneo occidentale. Le battaglie di Armenia e Tortosa sono stati i momenti più importanti di questa campagna, che segnarono la vittoria dei genovesi sul predominio spagnolo.

Bisogna sottolineare, che il contesto storico è infiammato dallo scontro tra la fede musulmana e quella cristiana. Un conflitto senza tempo che è passato dalle crociate alla pirateria nel mediterraneo.

Quale città italiana la Repubblica di Genova ha un orientamento cattolico.

Proprio alla luce di questa caratteristica la Superba muove i suoi primi passi alla ricerca di alleanze per sostenere le sue battaglie.

L’assedio di Tortosa

Dopo vari scontri e risultati alternati tra vittorie e sconfitte, nel maggio del 1147 la flotta genovese, composta da navi e galee, parte dal porto di Genova rivolta verso la Spagna meridionale. Il territorio spagnolo era  controllato dal popolo musulmano. Le motivazioni si intrecciano tra l’affermazione dell’identità della città, un interesse di tipo economico e la conquista militare di territori nuovi.

Con il supporto di Alfonso VII di Castiglia, Genova ottenne una grande una vittoria sulla città di Armenia, luogo strategicamente importantissimo. Le imprese di questa campagna vengono raccontate da Caffaro di Rustico da Caschifellone, che fu storico e console della Repubblica di Genova, oltre che marinaio e diplomatico, nato in Val Polcevera.

Da qui la flotta genovese si mosse alla volta di Tortosa, forte dell’appoggio delle alleanze costruite durante l’anno precedente. La capitolazione del territorio spagnolo arrivò solo dopo un lunghissimo assedio, segnando la vittoria genovese, ma al tempo stesso lasciando un grosso segno nella storia della giovane Repubblica.

La capitolazione della città spagnola

Il 30 Dicembre del 1148, ad un passo dal nuovo anno, Genova segnò la sua vittoria ottenendo un terzo del territorio del centro urbano di Tortosa e una piccola isola vicina alla foce dell’Ebro.

Dal punto di vista strategico militare questa conquista fu estremamente importante e diede grande lustro alla città. Tuttavia la forza commerciale di Genova si impose sul Mediterraneo anche grazie ad una politica di più ampio raggio che unisce momenti bellici a patti e trattati ottenuti con la diplomazia.

Purtroppo, nonostante la vittoria conquistata, i costi della guerra furono immensi per la Repubblica di Genova. Ne derivarono segni profondi, al punto da dare il via ad un periodo di forte difficoltà economica dovuta ai debiti contratti.

Lo spirito cristiano

Come abbiamo accennato all’inizio di questo articolo, il contesto internazionale vide in quel periodo una forte contrapposizione tra la fede musulmana e quella cristiana. Genova ha saputo sfruttare questi conflitti nelle sue strategie militari e ottenerne grande vantaggio. Tuttavia, i fini religiosi delle mosse genovesi sono sempre stati fortemente messi in secondo piano rispetto alle motivazioni economiche e politiche.

Tanto è vero che nonostante le parole di Caffaro nei suoi annali di racconto di questa impresa abbiano alcuni riferimenti antimusulmani, la realtà è che le battaglie si accompagnarono sempre a patti commerciali ed economici, oltre che trattati militari e nondimeno frequentazioni di buoni rapporti con il mondo musulmano.

Molto più forte e sentito per Genova era il contrasto con Pisa, altra Repubblica marinara ed acerrima rivale.

 

Spero che l’articolo ti sia piaciuto e ti invito a mettere un like alla pagina Facebook Gli Appartamenti di Ema e ad iscriverti alla news letter, trovi il form qui sotto!