Scrivere l’articolo sul Neptune, qualche settimana fa, mi ha fatto venire voglia di parlare di pirateria 🙂

Il mito dei pirati

Chi da bambino non ha mai sognato di vestire i panni del pirata, brandire un pugnale e assaltare una nave??

Il mito dei pirati si è fatto largo grazie alle numerose opere letterarie e cinematografiche, che hanno trasformato personaggi di fantasia in vere e proprie icone.

Mi vengono in mente Long John Silver, nell’Isola del tesoro, Capitan Uncino in Peter Pan o il più recente Jack Sparrow, in Pirati dei Caraibi, interpretato dal grande Jhonny Depp.

In fondo, la vita dell’avventuriero che vive guadagnandosi da vivere facendo razzie per i sette mari, in barba alle leggi, affascina.

Pirati e corsari

In realtà, dietro alla pirateria c’è molto di più, rispetto a quello che rispecchia l’immaginario collettivo.

L’azione dei pirati era spesso tollerata, se non incoraggiata (e sovvenzionata) dai governi, con la “lettera di corsa” (nella foto).

Si tratta di un documento che consentiva ad una nave di attaccare e depredare altre imbarcazioni, garantendo parte del bottino al governo committente.

Una sorta di pirata legalizzato: il corsaro.

ma andiamo per ordine…

Parlando di pirateria nel mediterraneo, apriamo una parentesi vastissima che parte dall’antichità per arrivare sino agli inizi del XIX secolo.

Ci sarebbero tantissimi argomenti da sviluppare. Purtroppo qui lo spazio è ridotto e farò solo qualche cenno sulle origini della pirateria moderna nel mediterraneo e su alcuni dei suoi protagonisti legati in qualche modo alla Repubblica di Genova.

La “genesi” della pirateria nel mediterraneo

Siamo nel 1453. Dopo circa due mesi di assedio, Costantinopoli cade per mano dei turchi (nell’immagine, la miniatura di Philippe de Mazerolles che raffigura l’assedio) .

È la fine dell’impero Bizantino (o impero Romano d’Oriente), che crolla dopo 1058 anni!

Si chiude un’epoca. Per molti storici, questa data è lo spartiacque tra la fine del medioevo e l’inizio dell’età moderna.

Ma cosa c’entra la fine dell’Impero romano con l’inizio della pirateria moderna??

C’entra, perché, da quel momento, l’influenza ottomana nel mediterraneo crescerà a dismisura e si assisterà ad un vero e proprio scontro di civiltà tra cristiani e mussulmani.

I pirati mussulmani

La pirateria inizia ad essere usata dalle potenze dell’epoca come mezzo ausiliario per controllare i mari, danneggiare le rotte commerciali nemiche e per diffondere la religione.

I pirati turchi erano soliti razziare i versanti dei paesi cristiani, tra cui la penisola italica e le coste liguri.

Mentre Genova era ben difesa, così non si poteva dire per gli insediamenti nei suoi dintorni, dove le incursioni erano all’ordine del giorno.

I pirati arrivavano con il favore delle tenebre, depredavano i villaggi e rapivano gli abitanti, tenendoli in ostaggio e chiedendo un riscatto.

Chi non aveva la fortuna di essere riscattato, veniva ridotto in schiavitù. L’unico modo per tornare liberi era rinnegare la fede cristiana, convertirsi all’Islam e diventare mussulmano.

Alcuni tra i più temuti pirati ottomani furono proprio dei prigionieri convertiti all’Islam.

Tra questi spicca la figura di Giovan Dionigi Galeni, un giovane pescatore dell’isola di Caporizzuto, in Calabria.

Dopo essere stato catturato dai pirati turchi di Ariadeno Barbarossa (o Khayr al-Dīn Barbarossa), un altro celebre pirata dell’epoca, sposa la figlia del pirata Jaʿfar Pascià (anche lui calabrese e convertito a l’islam) e abbraccia la fede mussulmana, prendendo il nome di Uluç Alì, “Alì il rinnegato“, diventando uno dei più abili e pericolosi corsari del mediterraneo.

I pirati della Superba

Anche Genova aveva i suoi pirati: mercanti, aristocratici, avventurieri e banditi.

Gli Uomini che solcavano i mari per fare razzie avevano le più svariate origini. Spesso compivano atti di pirateria per conto della Superba. A volte agivano per tornaconto personale, deteriorando i rapporti della città ligure con le altre potenze del mediterraneo.

Tra questi, spicca Tommaso Grimaldi De Carolo. Mercante di nobile famiglia, che si distinse per azioni di pirateria ai danni dei “colleghi” veneziani e catalani nel terzo decennio del XV secolo. Non sarà l’unico.

A fargli compagnia, Girolamo de Leone, balzato alle cronache per aver incrinato i rapporti tra Genova e il papato, a causa del sequestro, presso l’isola di Chio, di una nave papale con a bordo un emissario del pontefice diretto ad oriente, il catalano Bartolomeo Selers.

Non si può non citare Batista Aicardo, di Porto Maurizio, in arte Scarincio che tra il 1449 al 1465, imperversa nel mediterraneo abbordando e saccheggiando navi, per conto di Genova e degli Angiò ma anche come “cane sciolto”.

Last but not least, ultimo ma non meno importante, Giuliano Gattilosio, da Metilene, esponente di una nobile famiglia greco-genovese. Un pirata, spesso al soldo della Repubblica di Genova,che con le sue scorribande causa diversi incidenti diplomatici, soprattutto con inglesi e fiorentini.

Sono tutti personaggi con vicende incredibili alle spalle, e per ricostruirne le gesta sarebbe necessaria un’enciclopedia. Purtroppo, bisogna accontentarsi di poche righe.

In futuro, mi piacerebbe approfondire la vita di alcuni di loro, rievocando gli antichi fasti del passato della nostra città e degli uomini che ne hanno fatto la storia.

Curiosità
  • Uluç Alì, fu uno dei più abili ammiragli dell’Impero ottomano. Partecipò alla battaglia di Lepanto, nel 1571, guidando il lato sinistro della flotta dell’impero ottomano e scontrandosi con l’ammiraglio genovese Gianandrea Doria che invece era a capo del lato destro della Lega Santa. In quell’occasione, Gianandrea Doria ricevette molte critiche per l’atteggiamento troppo cauto della flotta al suo comando, che mise in difficoltà l’intero schieramento alleato. I detrattori sostengono che questo comportamento fu determinato dalla volontà di non mettere a rischio le navi di famiglia (ma come? pure in battaglia i genovesi erano tirchi??).

 

  • A comando delle truppe a difesa delle mura di Costantinopoli, nel 1453, c’era un genovese, il capitano Giovanni Giustiniani che rispose alla chiamata dell’imperatore Costantino XI con una spedizione di 700 soldati, provenienti dalla Superba. Purtroppo perirono tutti durante l’assedio.

 

  • Il pirata Ariadeno Barbarossa si scontra per ben due volte con l’ammiraglio Andrea Doria. La prima è nel 1535 nel porto di Tunisi, dove Barbarossa viene sconfitto dalla flotta guidata dal genovese. Tre anni anni dopo, nel 1538, i due si affrontano sulle coste dall’Albania, nella battaglia di Prevesa, dove ha la meglio il turco.

 

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Fonti: