Cosa mangiavano i genovesi di una volta? Facendo alcune ricerche, ho trovato qualche interessante informazione su “la dieta dei genovesi di una volta“.

Descrivere le abitudini alimentari di una popolazione in un singolo post è un’impresa difficile, per cui ho deciso di dividere l’argomento in diversi articoli.

Oggi parleremo di carni, cacciagione, spezie ed erbe aromatiche.

Carni e contorni

Tanto per cominciare, sembra che i genovesi non apprezzassero la colazione.

Consumavano solo due pasti al giorno: pranzo e cena.

Nelle tavole della Superba potevano trovarsi diversi tipi di carne: bue, agnello, cinghiali, caprioli, montoni, castrati di Corsia e Piemonte e pollame.

La “ciccia” veniva servita arrostita, lessa o anche cruda completata da un qualche tipo di torta come contorno.

Grandi commercianti di spezie

La prima crociata coincise con l’espansione commerciale della Superba verso l’est Europa e il medio oriente, grazie alle nuove rotte, i mercanti genovesi diventarono ben presto grandi commercianti di spezie, esportavano grandi quantitativi dall’Armenia, con la quale avevano intessuto relazioni commerciali e politiche.

Il commercio delle Spezie che attraversava il Nord Italia e parte dell’Europa, permise di rendere di uso comune alimenti come garofano, noce moscata, cannella , gengervero, galanga, macis, cubebe e pepe.

Quest’ultimo era presente in moltissimi alimenti e rappresentava quello che oggi, per noi, sono sale e zucchero.

Antichi inventari

Nelle mie ricerche ho trovato una bottega genovese del 1127 in cui si vendevano pepe, zucchero, cannella, galanga, pepe lungo e gingibrata; mentre in un altro inventario di una bottega di spezie del 1312, si contavano: otto dozzine di pentole dorate di Bugia, sciroppi, confetti, mandorle e noci moscate, zafferano e miele, gengevero minuto e garofani, cento libbre di acqua rosa e due vasi di rame per contenerla.

Alcune curiosità

Gengevero

Il gengevero era il nome con cui era conosciuto lo zenzero. Si trattava di un alimento talmente pregiato, che il comune di Genova decise di inviarlo come dono al Papa preso la Santa Sede in Avignone.

Il pavone

Sembra che il pavone fosse una prelibatezza molto ricercata tra cavalieri, scudieri e la nobiltà genovese. Nel 1581, il principe Doria comprò cinque pavoni per 7 scudi d’oro e mezzo .

La pesca

Anche il pescato riempiva le tavole dei genovesi. Nello statuto del 1383 erano disciplinate la pesca di: tonni, acciughe e sardelle.

Questi alimenti venivano utilizzati per fare dei pasticci ed erano conservati sotto sale.

Il Mercato

La dieta dei genovesi di una volta

Il pollame e la cacciagione venivano venduti nel rione della Sussilia (Soziglia).

 

Le “bisagnine”

Un tempo le verdure che riempivano i mercati della città provenivano dagli orti coltivati attorno al torrente Bisagno. Dal fiume prendono il nome anche le/i fruttivendole/i che venivano chiamate bisagnine/i.

Nell’immagine una raffigurazione di Borgo Incrociati

La dieta dei genovesi di una volta

Sempre nei pressi del fiume Bisagno producevano un vino bianco molto aspro, tipico della zona.

La dieta dei genovesi di una volta

Nell’immagine qui sopra, un bisagnino intento a bere il suo “vinello”, dopo aver raccolto un pò di verdura

“Il Porco di Natale”

Ogni anno, per la vigilia di Natale, l’abate di Sant’Antonio di Pre, offriva alla famiglia Doria un maiale da consumare durante le feste.

La dieta dei genovesi di una volta

La consegna (nell’immagine qui sopra) era celebrata con una grande festa a cui partecipava la popolazione che salutava il passaggio del “Porco di Natale” con frasche d’alloro.

L’incoronazione del Doge

L’incoronazione del doge era celebrata con un grande banchetto. Per l’occasione venivano cacciate prede di ogni tipo. Il bottino era messo su vassoi d’argento ed ornato di fiori, veniva inoltre portato presso la sede della Signorìa.

Il bottino di Cesarea

Secondo l’annalista Caffaro, dopo la conquista di Cesarea nel 1101, ogni soldato ricevette un bottino composto da 48 soldi del Poitù e due libbre di pepe.

 

Siamo arrivati alla fine di questa prima parte. Più che di un articolo vero e proprio, si tratta di un elenco di curiosità.

Spero di averti dato comunque qualche informazione interessante di cui non eri a conoscenza. Nel caso, avrò raggiunto il mio scopo 🙂

 

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tratto da “i genovesi” di Valenti Editore