Oggi ripercorriamo la storia delle monete di Genova.

In questo articolo, voglio proporre una serie di curiosità su alcune delle varie valute che si sono succedute durante la lunga storia della Superba.

Le prime monete

Prima di coniare una moneta propria, i genovesi usavano delle valute chiamate bruni o bruneti, battute dalla zecca di Pavia.

Nel 1138, l’imperatore e Re d’Italia, Corrado III di Svevia, concesse alla città la possibilità di battere una moneta propria.

Il denaro

Nacque così il denaro (nell’immagine), una valuta che figurava da un lato il castello della città con tre torri circondate dalla scritta Ianua, e dall’altro la dicitura Cunradi rex.

Le monete di Genova

Assieme al denaro, furono battute anche la medaglia, che valeva mezzo denaro e il quartaro (un quarto di denaro), anche conosciuto come grifone.

Il denaro, valeva otto centesimi e 240 denari formavano la lira genovese che pesava 87,840 grammi, che corrispondeva al valore di 19,50 lire.

Il genovino d’oro

Un’altra celebre moneta fu il Genovino d’oro (nell’immagine) che sarebbe stata coniata nel 1252.

Le monete di Genova

Come per il denaro, la moneta raffigurava il castello con le tre torri, circondato dalla scritta Ianua da un lato, mentre dall’altro vi era incisa la croce araldica e la scritta Cunradus Rex, dedicata all’imperatore Corrado terzo.

Il valore della moneta corrispondeva a 12 lire italiane.

Altre monete coniate durante la storia della Repubblica
Monete d’argento

Tra le monete coniate successivamente troviamo molti pezzi d’argento, come il Grosso (nell’immagine), che valeva tra i 60 e i 70 centesimi, il Grossone (anche conosciuto come testone) che valeva più di due lire italiane, la Lira, lo Scudo, il Ducatene, il Pezzo di San Giorgio.

Le monete di Genova

Monete d’oro

 

Tra le monete d’oro possiamo trovare il Fiorino, il Ducato Largo, lo Scudo del Sole, lo Scudo d’Italia, la Doppia, lo Zecchino e il Marengo, il cui valore corrispondeva a 20 lire Italiane.

Le monete nelle colonie genovesi

 

Nella colonia di Caffa, presso la penisola di Crimea, i genovesi usavano come valute gli Aspri e i Sommi.

I primi, erano stati coniati nel XV secolo e raffiguravano il castello e tre torri circondati dalla scritta Gaffa (Caffa) e due iniziali (si pensa che fossero le iniziali del Console). Nel rovescio era inciso lo stemma dell’imperatore tartaro circondato dal nome del sovrano scritto in lettere arabe.

I Sommi, non erano vere e proprie monete, ma verghe d’argento di un determinato titolo e peso.

Altre Curiosità

 

Le Incisioni sulle monete

La scritta Ianua fu modificata nel 1276 in Ianua quam Deus Protegat.

Dopo il 1339, con l’elezione di Simone Boccanegra, il primo doge della repubblica, si iniziò ad incidere sulle monete la dicitura X DVX IANVENSIVM PRIMVS

La Zecca di Genova

Nel 1164, la Zecca di Genova era nei pressi la cattedrale di San Lorenzo. Intorno al 1400, fu spostata a Palazzo San Giorgio, lato piazza Raibetta. In seguito, fu spostata, rimanendo nei pressi del Palazzo e di Piazza Caricamento.

Nel 1638 la Zecca di Genova cambiò completamente la moneta, introducendo al lato “dritto” la Madonna con il Gesù bambino (al posto del castello a tre torri), mentre sul rovescio era incisa la croce di San Giorgio sorretta dai grifoni, presenti sullo stemma di Genova.

Le monete di Genova

Le nobili famiglie di Genova

Alcune delle nobili famiglie di Genova, tra cui Doria, Spinola e Centurioni ebbero nel corso della storia della repubblica la possibilità di battere moneta tramite delle zecche private.

 

Lasciami indovinare…ti è venuta voglia di collezionare monete?? a me un pochino…

Del resto quale è il modo migliore di rivivere la storia, se non tastando con mano gli oggetti che ne hanno fatto parte? 🙂

 

C’è un’ultima cosa da dire: l’argomento monete di Genova è vastissimo, e scrivere un articolo così breve su questo tema è quasi irrispettoso, lo so bene, ma lo spazio è quello che è.

Comunque, in futuro, tratterò nuovamente questo topic, magari approfondendo la storia legata alle valute più celebri 🙂 .

 

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tratto da “Storia di Genova. Dalle origini ai giorni nostri” di Federico Donaver e AA.VV..