Buon lunedì!

Qualche giorno fa mi trovavo in piazza Sarzano per un appuntamento con un cliente.

Arrivato con largo anticipo (non succede mai, sarà stato il caso…), ho deciso di spendere il tempo dell’attesa recandomi in Vico dei tre magi per vedere la colonna infame che ho citato nell’articolo di due settimane fa, dedicato alla “vecchina di Vico dei Librai“.

Tornato in Sarzano, l’occhio cade sul pozzo al centro della piazza.

Nelle vicinanze, noto una targa intitolata “Pozzo di Giano“.

Appena sotto, leggo la descrizione della storia del pozzo.

Confesso di essere passato molte, moltissime volte da quelle parti, ma di non aver mai fatto caso a quell’inscrizione sul muro.

Ed ora invece eccomi qua, a raccontare la storia del pozzo e la leggenda di Giano…

Ma chi è Giano??

Giano è una delle divinità italiche più antiche, il dio bifronte. Venerato dai latini e nell’antica roma, viene rappresentato con un volto che guarda in avanti e uno che guarda all’indietro.

 

La sua natura bifronte è dovuta al potere di vedere il passato ed il futuro.

Era considerato il protettore delle navi e delle monete e la peculiarità di poter vedere da entrambi i lati lo innalzò a guardiano e protettore dei passaggi, intesi sia in senso materiale, quindi, porte, ponti e sentieri, sia in senso metaforico: strade da intraprendere nella vita e nuovi inizi.

 

Ma torniamo al nostro pozzo…

Il pozzo di Giano

Sotto piazza Sarzano erano presenti due grandi cisterne d’acqua, utilizzate per rifornire la città in caso d’assedio.

La prima era posta sotto la vicina Chiesa di San Salvatore, mentre la seconda si trovava di fronte all’entrata dell’edificio religioso.

La zona era utilizzata per la lavorazione delle corde e delle sartie (i cavi impiegati nelle imbarcazioni a vela per sorreggere l’albero o gli alberi) per il porto e le navi. Un procedimento che richiedeva un uso abbondante d’acqua.

Il pozzo inizialmente si trovava sopra la seconda cisterna, di fronte alla chiesa di San Salvatore.

A metà del 600′, su un progetto dell’architetto Bartolomeo Bianco, viene eretto il tempietto esagonale a protezione del pozzo.

Sul tetto del tempio viene posto il busto raffigurante Giano, il dio bifronte.

Nell’ 800′, su indicazione dell’architetto Gian Battista Resasco (progettista e realizzatore, assieme al maestro, Carlo Barabino, del cimitero di Staglieno), il pozzo e il tempio vengono spostati nella posizione odierna.

Curiosità…

Secondo la leggenda, Giano sarebbe il fondatore di Genova. A rafforzare questa tesi è il nome antico della Superba, “Ianua” che in latino, significa porta o passaggio e deriverebbe dal dio bifrornte, protettore dei passaggi e delle porte.

Il busto di Giano posto sulla sommità del tempietto venne prelevato da una fontana nell’antica Piazza San Domenico, nei pressi di de Ferrari, una zona su cui oggi sorge il teatro Carlo Felice.

Oggi, il busto originale, provato dal tempo e dalle intemperie, è custodito nel vicino Museo di Sant’Agostino. Sul tempietto è stata messa una copia di ottima fattura.

In genere, per scrivere un articolo mi affido a libri di storie su Genova o al web. Questa volta, invece, lo “spunto” è arrivato passeggiando per la strada…

È da episodi come questo in cui ti accorgi quante, storie, leggende, personaggi e monumenti si “nascondono” nella nostra città.

Credo che da ora in poi vivrò Genova diversamente, facendo più attenzione a tutto quello che mi circonda, alla ricerca di una storia da raccontare…

 

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