Buon Lunedì! Oggi vi racconterò la storia legata alle ceneri di San Giovanni Battista, Santo patrono di Genova.

Dovete sapere che i resti di una delle personalità più importanti del Vangelo si trovano qui, a Genova, custodite nei sotterranei del Museo di San Lorenzo.

In passato ho già citato il Museo della Cattedrale, raccontando le storie legate ad altri due preziosi manufatti: Il Sacro Catino e La Croce degli Zaccaria.

Oggi vorrei portarvi, ancora una volta, indietro nel tempo e raccontarvi i segreti che si celano dietro il ritrovamento delle ceneri del Santo.

Il contesto storico

Siamo nell’anno 1095.

Papa Urbano II, durante il concilio di Piacenza e successivamente in quello di Clermont (nell’immagine), dichiarò guerra contro i mussulmani, colpevoli di occupare Gerusalemme e i loghi santi del cristianesimo.

Entusiasti della possibilità di riconquistare la Terra Santa, orde di nobili desiderosi di arricchirsi, guerrieri e pellegrini mossi dalla fede, partirono per l’impresa: fu l‘inizio delle crociate.

Nel 1097, l’esercito crociato giunse in Siria e mise d’assedio la città di Antiochia (nell’immagine).

Le ceneri di San Giovanni Battista

L’attacco durò più di un anno e terminò nel maggio del 1098 con la presa della città, anche grazie all’intervento di una flotta di navi pisane e genovesi.

La prima colonia genovese

L’intervento ligure fu decisivo, tanto che il comandante della spedizione Boemondo I di Taranto (diventato in seguito Boemondo d’Antiochia) donò ai genovesi, guidati da Guglielmo Embriaco, la chiesa di San Giovanni, un magazzino, un pozzo, una strada e una trentina di abitazioni.

Questo piccolo lembo di terra tra la Siria e la Turchia costituì il primo dominio coloniale nella storia di Genova.

La sosta in Licia e il ritrovamento delle ceneri di San Giovanni Battista

Di ritorno da Antiochia, i genovesi sostarono a Patara, nella regione della Licia. Da lì si diressero nella vicina Myra.

Giunti nella città ellenica, gli avventurieri liguri perlustrarono un antico convento in cui vivevano dei monaci greci.

In quel luogo sacro trovarono le ceneri di San Giovanni Battista.

Guglielmo Embriaco (nell’immagine), portò i resti del Santo in patria nel 1098, affidandole alla custodia dei presuli di San Giovanni di Prè che le preservarono prima del trasferimento nella cattedrale di San Lorenzo.

Le ceneri di San Giovanni Battista

Curiosità
San Nicola

Secondo Jacopo da Varagine, i Genovesi si recarono a Myra con l’intento di recuperare i resti di San Nicola, ma vennero battuti sul tempo dai baresi. Il ritrovamento delle ceneri di San Giovanni Battista avvenne in maniera del tutto fortuita: quando si dice “si chiude una porta, si apre un portone”.

Epigrafe

L’impresa compiuta dai crociati che portarono le ceneri sbarcando a capo d’Arena fu incisa in una lapide marmorea affissa fino al 1840 nell’Oratorio di San Giacomo e in seguito trasferita nella chiesa di San Bartolomeo dell’Olivella che recita:

“Le sacre ceneri del Precursore

dell’Oriente a Genova trasportate

a questa spiaggia di Capo d’Arena,

accorsa l’intera popolazione della città

si vide l’anno di Gesù 1098”.

Il viaggio di ritorno

La leggenda vuole che i resti del Santo furono spartiti su diverse navi. Durante il viaggio di ritorno la flotta ebbe serie difficoltà nella navigazione a causa di una tempesta, solo quando, su consiglio del prete di bordo, i resti furono riuniti nella nave del capitano Oberto Da Passano, la tempesta si placò permettendo alla spedizione di tornare a casa.

L’arca del Barbarossa

Federico Barbarossa nel 1178, durante una visita a Genova, fece costruire un’arca in legno rivestita con lamine d’argento, decorata con pietra orafa francese e genovese. L’opera presenta dei bassorilievi che illustrano la vita del santo ed è custodita nel museo della cattedrale di San Lorenzo.

L’arca processionale

Gli orafi liguri Teramo Danielli e Simone Caldera realizzarono tra il 1438 e il 1445 l’arca processionale in cui vengono ancora oggi portate le ceneri del Santo Patrono di Genova, ogni 26 giugno. Per celebrare il Santo vengono anche arsi dei falò allo scopo di illuminare simbolicamente l’oscurità.

Le ceneri di San Giovanni Battista

E niente…Ogni volta che scrivo qualcosa su Genova vengono fuori tesori, misteri e curiosità di cui non avevo la minima idea.

Raccontare la storia della nostra città attraverso questi articoli è un privilegio e mi permette di condividere e tenere viva l’eredità che ci hanno lasciato i nostri illustri predecessori.

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