Oggi racconterò la leggenda del Sacro Catino.

Dopo l’articolo dedicato al proiettile di San Lorenzo, ho pensato: “perché non aprire una parentesi sul museo nei sotterranei della cattedrale?

Non tutti sanno che negli ambienti sottostanti alla Cattedrale di San Lorenzo sono esposti tesori d’inestimabile valore.

Tra questi, la reliquia più importante è senza dubbio il Sacro Catino.

Si tratta di un vaso di vetro esagonale verde trasparente.

Secondo la leggenda, questo manufatto sarebbe stato il piatto utilizzato da Gesù durante l’ultima cena.

Se questa storia fosse vera, ci troveremmo di fronte al Santo Graal!

La leggenda del Sacro Catino

Proviamo a far luce sulla vicenda…

La storia secondo Jacopo da Varagine

Secondo la ricostruzione fatta dall’Arcivescovo di Genova Jacopo de Fazio (conosciuto anche come Jacopo da Varazze o Jacopo da Varagine), i soldati genovesi, guidati da Guglielmo Embriaco, recuperarono il manufatto durante la prima crociata, nell’ XI secolo.

Durante la presa della città di Cesarea, nel 1101, il manipolo trovò il piatto all’interno di un tempio appartenuto ad Erode il Grande.

Portato a Genova, il Sacro Catino viene dato in pegno, dalla compagnia communis (l’allora comune di Genova) al cardinale Luca Fieschi, come garanzia per un prestito di 9500 lire.

In seguito, nel 1327, l’organizzazione comunale riscatta la reliquia e stabilisce che non possa più né essere data in pegno, né uscire dalla sacrestia della cattedrale.

Un cimelio conteso da molti

Nel corso della storia, l’aura divina attorno al cimelio attira le mire di molti, intenti ad impadronirsene.

Nel 1409, il governatore Francese della città (a quel tempo Genova era sotto il protettorato francese), Jean Le Meingre, soprannominato Boucicault, ne tenta il furto.

Allo stesso modo, anche Venezia mette gli occhi sul cimelio.

Nel 1522, è la volta di Carlo V. Il suo esercito saccheggia la città ed è solo grazie alla resistenza dei preti della Cattedrale e al pagamento di una cospicua somma di denaro al capitano delle guardie, da parte della Repubblica di Genova, che il tesoro non viene trafugato.

Nel 1806 Napoleone Bonaparte si appropria della reliquia, portandola a Parigi.

Qualche anno più tardi, nel 1816 la Francia lo restituisce alla Cattedrale, comportandosi come un amico a cui presti qualcosa: il Sacro Catino torna completamente distrutto. Era rotto in dieci pezzi. Uno di questi non fu mai più ritrovato.

Riportato a Genova Il manufatto viene restaurato. Nel 1956 e recentemente nel 2017 ad opera di Mauro Ciatti, dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze.

Curiosità
Il riscatto del Sacro Catino

Secondo la testimonianza dell’Arcivescovo Guglielmo di Tiro, Il Sacro Catino viene comprato a caro prezzo dalla compagnia guidata da Guglielmo Embriaco, e rivenduto a peso d’oro.

L’affresco di Embriaco

Tra gli affreschi di Palazzo San Giorgio, è presente l’immagine di Guglielmo Embriaco, conosciuto anche come “testa di maglio” (non proprio un tipo tranquillo…). Il dipinto, vicino alla balconata principale, raffigura il condottiero che tiene in mano il Sacro Catino.

La leggenda del Sacro Catino

Un’origine incerta

L’origine della reliquia è stata per lungo tempo incerta.

Sino al 1800, si pensava che potesse essere stata realizzata da una bottega imperiale romana o avesse una matrice islamica del IX secolo.

In seguito, è stato scoperto che il vaso non è di smeraldo ma di vetro e l’origine potrebbe essere bizantina.

Le analisi del cristallo ne collocano la provenienza in un ampio lasso di tempo, tra il III e il XII Secolo D.C. nell’area mesopotamica, lasciando aperti ancora molti punti interrogativi.

Una leggenda vuole che il decimo pezzo sia stato trasformato da Napoleone in un gioiello, ora in mano a qualche discendente.

Sembra che il manufatto riveli il suo colore verde smeraldo se attraversato dalla luce del sole. Se illuminato dall’alto diventa nero.

Secondo il professore Clario di Fabio, docente di Storia Medievale all’Università di Genova, il manufatto viene rotto durante il trasporto da Parigi a Genova.

Sembra che a Torino le casse siano state aperte per controllare e catalogarne il contenuto e lì sia successo qualcosa.

L’unica certezza è che non sapremo mai la verità di questa storia…

La leggenda del Sacro Catino è una vicenda ricca di spunti e punti interrogativi che si intrecciano in un connubio tra storia e leggenda. Proprio quello che mi piace raccontare e che rende stimolante questo lavoro 🙂

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Fonti