Buon Lunedì!

Oggi niente “leggende“, “colonne infami” o “congiure”, promesso… 😉

Parliamo di mare, più precisamente di un navigatore che con le sue traversate è entrato nella storia di Genova: Enrico Alberto D’Albertis.

Genova e il mare…

Nei miei post ho citato spesso l’indissolubile rapporto tra Genova e il mare.

Un sodalizio teatro delle gesta di grandi personaggi appartenenti alla storia della Superba.

Partendo dal più celebre Cristoforo Colombo per arrivare ad Andrea Doria e ai corsari citati nell’articolo su la pirateria nel mediterraneo, tra cui spiccano Tommaso Grimaldi De Carolo, Scarincio, Girolamo De Leone e Giuliano Gattilosio, sono numerosi i “lupi di mare” che dalla nostra città hanno fatto conoscere il loro nome al mondo…

Questi uomini sobri, arditi fra tutti, attraversano l’Oceano su di un guscio di noce; eroici senza saperlo, tutti i giorni realizzano per economia più di quanto non fece Cristoforo Colombo. Ultimamente una nave inglese ha incontrato in mare aperto, a metà strada tra l’Europa e l’America, un piccolo battello con un equipaggio di appena tre uomini, che, filosoficamente, ridotto al minimo, attraversava anch’esso l’Oceano. Si comunica con il portavoce, lo si fa accostare. L’Inglese a stento crede ai propri occhi. Lo indica ai suoi connazionali dicendo: «Solo i Genovesi sanno correre simili rischi sul mare»

Jules Michelet.

Enrico Alberto D’Albertis, avventuriero, scienziato ed esploratore…

Il protagonista di questo topic, pioniere ed esploratore ha dedicato la sua vita alla navigazione arrivando a circumnavigare il globo per tre volte, ed entrando di diritto nel gotha dei navigatori zeneisi.

La sua impresa più grande fu ripercorrere la tratta seguita da Cristoforo Colombo, avvalendosi degli stessi strumenti di navigazione utilizzati dal suo celebre predecessore.

Dopo un periodo nella marina militare, dove partecipò alla campagna di Lissa nel 1866 e nella marina mercantile, si dedicò completamente alla navigazione da diporto.

Con i suoi numerosi viaggi D’Albertis fornì un notevole contributo alla talassografia, lo studio di mari e oceani.

Nel1888, per celebrare l’anniversario della scoperta dell’America, D’Albertis iniziò a pianificare il viaggio per ripercorrere la tratta di Colombo.

Per l’impresa fece costruire un’imbarcazione adatta a lunghe traversate, Il Corsaro, un cutter attrezzato per le pesche pelagiche e le campagne talassografiche.

D’Albertis utilizzò strumenti di navigazione del XV secolo, da lui stesso ricostruiti, come il quadrante, l’astrolabio nautico e la balestriglia.

Nel 1893 raggiunse El Salvador, traguardo che gli valse la nomina a capitano di corvetta della riserva.

La conquista non spense la voglia d’avventure dell’esploratore genovese che compì numerose imprese continuando a fornire dati utili alla ricerca con l’analisi dei mari, della fauna e della flora ittica.

Curiosità

Il capitano D’Albertis, mostrò subito uno spirito avventuriero. Uno dei suoi primi viaggi fu la tratta Genova-Torino a bordo di un velocipede in legno con le ruote in metallo (nella foto). Un’impresa non da poco per l’epoca.

Nel 1886 acquistò le rovine del castello medioevale di Montegalletto (oggi conosciuto come Castello D’Albertis, in onore del suo proprietario) sulle alture di Genova per farne la propria abitazione, dove conservare i numerosi reperti raccolti durante i suoi viaggi.

Alla sua morte nel 1932, D’Albertis donò il maniero al comune di Genova. Come ultimo desiderio chiese che la sua dimora fosse trasformata in un museo, un sogno esaudito nel 2004, quando Castello D’Albertis, dopo una serie di restauri divenne sede del museo delle culture del mondo.

Ci sono alcune leggende che circolano sul castello…

Sembra che i custodi vengano svegliati nel cuore della notte dallo sbattere di una porta…peccato che la porta in questione venga sempre chiusa a chiave!

Un’altra diceria riguarda un passaggio segreto nei sotterranei che collega il castello al porto. Il capitano lo avrebbe fatto costruire per avere una via di fuga in caso di pericolo… Il tunnel sarebbe stato utilizzato dalla resistenza durante la seconda guerra mondiale.

Il capitano D’Albertis è stato senza dubbio un personaggio brillante, audace e un pò eccentrico. Ha passato gran parte della sua vita in mare, in giro per il mondo, lontano da casa, portando sempre Genova nel cuore.

Un amore che lo ha portato a donare alla città il suo castello e suoi tesori.

Chapeau capitano…

Se ti è piaciuto l’articolo metti un like alla pagina Facebook Gli Appartamenti di Ema 🙂

Ci ri leggiamo lunedì!

Stay tuned!

Fonti

 D’Albertis Enrico Alberto, Trecccani

Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo

Castello D’albertis

Enrico Alberto D’Albertis