L’articolo di oggi è dedicato a la leggenda del Cristo moro, un’antica reliquia custodita nella splendida chiesa di Santa Maria di Castello.

Si tratta di un antico crocifisso in legno dalla forma ad “y“, portato a Genova durante il periodo delle crociate (o almeno così si dice…).

Il Cristo moro subì numerosi interventi di restauro nel corso dei secoli: i capelli e la barba in legno vennero “piallati” e sostituiti da capelli e barba veri.

Inizialmente il crocifisso era collocato in una nicchia in via San Silvestro, e fu proprio lì che avvenne un’episodio che consegnò la reliquia alla leggenda.

Sembra infatti, che durante una disputa tra due fidanzati, il Cristo prese vita.

La leggenda del Cristo moro

La fanciulla protagonista della storia, aveva ceduto alle avance del giovane compagno, che aveva promesso di portarla all’altare.

Dopo un pò di tempo era rimasta incinta.

Una volta appresa la notizia, Il giovane, rifiutò di prendersi le sue responsabilità, negando l’impegno di convolare a nozze.

Allora la compagna, lo condusse di fronte al Cristo, e a lui domandò: “Signore, è vero che costui promise di sposarmi?”.

il Cristo annuì, facendo cenno con la testa.

Non ci fu “scampo” per il mascalzone, che, di fronte al signore, non poté che dare adito alle sue promesse e prendere in sposa la fidanzata.

Dopo l’episodio, il Cristo moro venne collocato all’interno della Chiesa di Santa Maria del Castello, dove ogni giorno una pletora di fedeli pregava ai suoi piedi.

 

Una storia davvero curiosa quella dell’antico manufatto.

Sicuramente farebbe comodo a molti un’entità divina in grado di porre termine alle diatribe, amorose e non, con un semplice cenno della testa. Centinaia di avvocati si troverebbero senza lavoro.

 

Curiosità

Per molto tempo, il Cristo Moro fu una meta di peregrinaggio tra i fedeli. Negli anni 70′, l’ennesimo restauro, riportò il crocifisso all’aspetto originario: senza barba e capelli

L’aspetto “glabro” del Cristo non piacque ai fedeli, che erano abituati alla vecchia versione. Per questo motivo, venne realizzata una copia con barba e capelli, installata in una cappella della chiesa.

Le croci biforcute risalgono ad un periodo che va dal XIII al XIV secolo e sono comparse nella Renania tedesca.

La croce a “Y” rappresenta l’albero della conoscenza, da cui scaturì il peccato originale (ricordi il serpente, la mela?).

 

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