Oggi ti racconterò la leggenda del Guardiano di Porta Soprana, la vicenda di uno spirito confinato all’interno della porta con lo scopo di sorvegliare l’ingresso della Superba, impedendo agli invasori di entrare in città.

Insomma, è più efficace del caro affitti…

In questi mesi mi è spiaciuto mettere da parte lo spazio dedicato alle leggende e ai misteri di Genova, così ho cercato un tema che potesse riaccendere la curiosità del lettore.

Ho trovato quello che faceva al caso mio in “Liguria da Brividi”, un testo scritto da Dario Rigliaco.

Porta Soprana

Per chi non lo sapesse, Porta Soprana (o Porta di Sant’Andrea) è uno dei simboli di Genova. Eretta nel IX secolo d.c., viene modificata durante la costruzione delle mura del Barbarossa innalzate tra il 1155 e il 1159. Assieme a Porta dei Vacca è l’unica porta superstite delle cinque porte di accesso alla città.

Ma torniamo alla nostra leggenda…

La leggenda del guardiano di Porta Soprana

Si narra che a guardia della porta e della città ci sia l’anima di un valoroso guerriero. Secondo la leggenda, le nobili famiglie genovesi decisero di sacrificare il soldato per imprigionare la sua anima all’interno della costruzione e garantire la protezione del centro abitato.

Un rito esoterico

La salvaguardia della città è stata ottenuta con un macabro rito, di quelli che si vedono nei film horror o si leggono nei romanzi dell’orrore: il guerriero venne sgozzato nei pressi della porta e il suo sangue cosparso sull’entrata. Un alchimista concluse il rito con un sortilegio.

Ma non finisce qui. Per continuare a garantire la sua funzione protettiva, l’anima del soldato doveva essere nutrita da sangue umano. Per questo vicino alla porta venivano appese le gabbie con all’interno i condannati a morte. Era un tributo al guardiano di Porta Soprana.

La frase scolpita sul muro 

La prossima volta che varcherai la soglia di questo monumento, fermati e osserva bene. Sulla soglia è scolpita una frase in latino

In nomine omnipotentis Dei, patris et Filii e Spiritus Sancti. Amen.

Sum munita viris, muris circumdata orbus virtute mea pello procul hostica tela.

Si pacem portas licet has tibi tangere portas, si bellum queres tristis victusque recedes.

Auster et Occasus, Septemptrio novit e Ortus quantos bellorum superavi Ianua motus.

Nel nome di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Così sia.

Sono difesa da uomini, circondata da mura mirabili e col mio valore, respingo lontano le armi nemiche.

Se porti pace, ti è lecito toccare queste porte, se chiedi guerra ti allontanerai triste e vinto. Il meridione e l’Occidente, il settentrione e l’Oriente conoscono quanti assalti di guerra Genova ha superato.

Genova è rimasta indipendente per secoli seppur circondata da nemici di ogni tipo, e forse una parte del merito va al guardiano di Porta Soprana…

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