Per chi non lo sapesse, Simone Boccanegra è considerato uno dei padri della città di Genova.


L’anno della sua nascita non è conosciuto, ma sappiamo che è vissuto fino al 14 marzo del 1363, proprio nel mezzo dei grandi contrasti tra la fazione Guelfa e la fazione Ghibellina che imperversavano sulla penisola italica.

 

La carica di doge

Nato da una famiglia borghese, che era riuscita ad arricchirsi e ad entrare nella nobiltà, arrivò a ricoprire la carica di Primo Doge della Repubblica di Genova.

La sua elezione avvenne a furor di popolo, e diede inizio al periodo dell’egemonia popolare e dei dogi perpetui.

Con l’istituzione della carica, che fu confermata vitalizia il 23 dicembre 1339, il Parlamento decise di istituire un consiglio di 15 popolani e di escludere la nobiltà e i guelfi dal dogato e da ogni ufficio pubblico.

Una decisione che generò un forte malcontento politico tra i nobili che si tradusse in diversi tentativi di colpi di stato e attacchi alla persona. 

 

 

 

Moneta del doge Simone Boccanegra

Nel 1344, la nobiltà ottenne la possibilità di rientrare nel consiglio in pari numero con i popolani e Boccanegra, in pieno contrasto con i nobili, perse anche l’appoggio popolare, venendo costretto a rinunciare alla carica e a rifugiarsi a Pisa.

 

Il rientro in patria

Durante l’esilio, il comando della città venne preso temporaneamente da Giovanni Murta.

Finalmente, nel 1353, riesce a rientrare a Genova.

 

Dopo altri 3 anni, nel 1356, riottiene la carica di doge della Repubblica di Genova.

Governò gli ultimi anni con estrema fermezza e in contrasto con le mire nobiliari, permettendo alla Superba di ottenere grande prestigio e stabilire il predomino sulla Corsica. 

Simone Boccanegra perse la vita il 4 marzo del 1363.

Secondo la tradizione, venne avvelenato durante un banchetto in onore del re di Cipro, organizzato per cercare alleati contro i Turchi.

 

Curiosità

 

L’opera di Verdi

La famosa opera di Giuseppe Verdi “Simon Boccanegra”, uscita nel marzo del 1857, è ispirata alla storia del doge genovese.

La guardia personale

Durante il suo governo, Boccanegra fu costretto ad istituire una guardia personale di ben 103 cavalieri pisani per proteggersi dagli attacchi dei suoi nemici politici che si intensificarono durante la sua carica. 

 

Con la speranza di averti regalato un momento piacevole di lettura, ti invito a seguire il mio blog! 🙂

Se vuoi restare aggiornato sui contenuti, metti un like alla pagina Facebook Gli Appartamenti di Ema e ad iscriviti alla news letter, trovi il form qui sotto!

 

tratto da “Il Caffaro, portale culturale e turistico per Genova e la Liguria”