Il racconto di oggi parla un personaggio le cui vicende sono entrate di diritto nella storia Genovese: si tratta di Louis Victor Samson: Il boia di Via del Molo.

Dovete sapere che più di duecento anni fa, precisamente nel 1806, Genova faceva parte dell’impero napoleonico.

Il boia di Via del Molo

L’apparato giudiziario era stato “adeguato” a quello imperiale, con l’introduzione della pena capitale tramite ghigliottina.

Il boia di Via del Molo

Fu così che in città arrivò il boia, “nipote d’arte” Louis Victor Samson.

Suo zio, Charles Henry Samson, aveva ghigliottinato Luigi XVI, sua moglie Maria Antonietta e personaggi del calibro di Robespierre e Danton.

Insomma, una sorte di “superstar” nel campo delle condanne capitali.

La fama dello zio non aiutò Louis nell’ambientamento a Genova.

Già si sà… i liguri non sono proprio un esempio di accoglienza, in più, se di professione tagli la testa alla gente ecco che non parti proprio in una posizione privilegiata…

Ad ogni modo, Il “povero” Louis non trovò nemmeno un amico in città al punto che dovette attendere a far battezzare la figlia: nessuno voleva vestire il ruolo del padrino! Almeno sino all’intervento del cardinale Giuseppe Spina.

Ma torniamo alla nostra storia…

Giò Batta Garbarino, il primo condannato a morte per ghigliottina

Gio Batta Garbarino era un giovane contadino diciannovenne di Tribogna che a suo modo entrò di diritto nel guinness dei primati cittadini:

Fu il primo condannato a morte per ghigliottina della storia genovese.

Il ragazzo era stato processato per tre rapine a mano armata.

ai tempi non si andava certo per il sottile…

Fu così che, davanti ad un immensa cornice di pubblico, giunta per vedere lo strano macchinario in azione, il 13 maggio 1806, la ghigliottina genovese fece la sua prima vittima, come riportato dalla Gazzetta di Genova del giorno successivo:

“E stata ieri la prima a volta che si è eseguita in questi nuovi dipartimenti una sentenza di morte per mezzo della guillottina, e la novità dell’apparecchio ha chiamato al luogo del supplizio una

folla immensa di popolo”. (La Gazzetta di Genova del 14 maggio 1806, storiapatiragenova.it).

Giò Batta Garbarino non fu l’unico ad essere giustiziato quel giorno. A cadere, fu anche la testa di Alessandro Cucco di Rivetta, un oste venticinquenne, accusato di aver gettato la moglie viva in un pozzo.

Non proprio uno stinco di santo…

La Ghigliottina, continuò a mietere vittime sino ai primi mesi del 1814, anno in cui il crollo dell’impero napoleonico e l’entrata in città del generale inglese Lord Bentinck, posero fine all’egemonia francese.

Curisosità….
La fuga di Samson

Una volta perso il lavoro, Samson lasciò in fretta e furia la città per ritirarsi ad Aix en provence, dove si persero le sue tracce.

Le “attrezzature” del boia

Sembra che le attrezzature del boia furono rinvenute in una delle torri di Porta Soprana nel 1937 ma, invece di finire in un museo, sparirono misteriosamente nel nulla.

Il luogo delle condanne

In precedenza, le condanne capitali venivano eseguite al Castellaccio di Righi. In seguito, furono spostate in via del Molo (nella foto), al porto, probabilmente per permettere alla gente di assistere al macabro spettacolo.

Il boia di Via del Molo

 

 

La “tassa” del pane

I boia non venivano visti di buon occhio dalla gente. Si dice che nel XV secolo, in Francia, i fornai si rifiutassero di vendere loro il pane. Re Carlo VII per evitare che morissero di fame, introdusse un editto che obbligava i fornai a versare una tassa in pane per sfamare i boia.

Il boia di Via del Molo

I fornai iniziarono a preparare le pagnotte per pagare la tassa, capovolgendo quelle destinate ai giustizieri per distinguerle da quelle destinate alla vendita. Da questa usanza deriva la superstizione in voga ancora ai giorni nostri che capovolgere il pane a tavola porti sfortuna.

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