Genova è una città chiusa come i suoi cittadini, nasconde le sue bellezze agli occhi e le riserva per i più attenti e meritevoli.
Campopisano è una di queste, una piccola piazzetta sui 200 metri quadrati e dalla forma irregolare su cui si affacciano alte case a schiera con le facciate dipinte a tinte pastello tipicamente liguri e il tipico rissêu dai ciottoli bianchi e grigi che va a formare il disegno tipicamente marinaro.
Per capire l’esistenza di questa piazzetta bisogna fare un tuffo nella storia, tornare indietro all’epoca delle Repubbliche Marinare.
A quei tempi prendeva il nome di “Campus Sarzanni” poiché situata in prossimità della piazza di Sarzano -appena fuori le Mura del Barbarossa-, ma si è guadagnata l’appellativo di Campopisano dopo la vittoria riportata dalla flotta genovese sui pisani nella battaglia della Meloria nel 1284. In questo luogo infatti vennero confinati migliaia di prigionieri pisani, senza viveri e sostentamenti. La maggior parte dei quali morti di fame e stenti prima di essere trasportati nelle prigioni e sarebbero stati sepolti proprio in quello stesso luogo.
Curiosità: l’illustre Rustichello, che nelle prigioni genovesi scrisse per conto di Marco Polo “il Milione”, fu artefice proprio in quel periodo del detto “se vuoi veder Pisa vai a Genova”, in riferimento appunto all’ingente numero di prigionieri pisani nelle sue carceri.
Il rissêu della storica piazzetta è stato restaurato e in parte ricostruito nel 1992. Sono state tolte le erbacce e quella sorta di selciato realizzato con ciottoli di mare bianchi e grigi, tipico della pavimentazione ligure di fine Medioevo, è tornato al suo splendore.
Nonostante questo rimane tutt’ora un luogo molto spesso fuori dai percorsi turistici, pur essendo in pieno Centro Storico.
Un vero peccato perché entrare in Campopisano è un po’ come un fare un salto nella storia, la conformazione della piazzetta ti allontana dalla movida che imperversa a poca distanza, ed è come immergersi nel mondo delle Repubbliche Marinare.