Buon lunedì!

Un paio di settimane fa, ho intervistato Massimo Barbato, di Asso Extralberghieri, per fare due chiacchiere sul turismo ai tempi del Corona Virus.

Oggi vorrei proseguire quest’analisi proponendo il parere di un altro esperto del settore: Domenico Palladino.

Domenico, che ringrazio per il tempo e la disponibilità, è giornalista, consulente marketing, direttore di Quality Travel, web magazine dedicato a turismo ed eventi, co fondatore dell’agenzia di comunicazione Bee Smart e autore del libro Digital Marketing Extra Alberghiero (che ho letto e che consiglio a chi, come me, lavora nel turismo extra alberghiero).

Insomma, sicuramente uno che ne sa parecchio in materia.

Senza perdermi troppo in altri preamboli ecco il nostro botta e risposta:

Come cambierà il turismo quest’estate e nel prossimo futuro?

Stiamo andando senza dubbio verso un turismo last minute, più elitario e più adatto a viaggiatori singoli, coppie e famiglie rispetto a viaggi in comitiva, villaggi turistici e crociere.

Sicuramente ripartirà prima a livello locale e solo in una fase successiva, a livello nazionale ed europeo.

Questo a causa delle restrizioni in essere e dei diversi livelli di contagio nelle regioni.

Questo è inevitabile, dal momento in cui non ci sono ancora date certe su quando si potrà ricominciare a viaggiare e ci sono meno persone che potranno permettersi di farlo.

Le regole di distanziamento sociale faranno il resto ed è probabile che rimarranno con noi per molto tempo, come è accaduto con le normative aeree post 11 settembre.

Sarà più caro?

Bisogna abituarsi all’idea che costerà di più: da una parte, le aziende di trasporti potranno far viaggiare meno persone ma avranno costi simili da recuperare, dall’altra, le aziende dell’ospitalità e della ristorazione, già in crisi e indebitate, dovranno sostenere investimenti per dotarsi delle caratteristiche minime per ripartire. Senza aiuti dallo Stato questi costi li ripagherà il turista.

Quando si potrà tornare alla normalità?

Non prima del vaccino ma potrebbero volerci anche due anni. Per questo si spera che il virus possa sparire in maniera naturale grazie al lockdown ma è più probabile che nel frattempo occorra abituarsi alla svelta alle nuove prassi di convivenza con il virus.

Quali strategie può attuare una struttura ricettiva per affrontare la crisi?

La strategia oggi è quella di prepararsi a una ripartenza, che non sappiamo quando avverrà, ma sarà repentina.

Il periodo di quarantena ha avvicinato ancora di più gli italiani agli strumenti digitali e quando si ripartirà, useranno questi stessi strumenti per prenotare viaggi.

Chi ne avrà la possibilità vorrà “vendicarsi” del periodo passato tra le mura domestiche e cercherà di partire prima possibile.

Per questo, bisogna innanzitutto migliorare la propria presenza digitale: canali social, sito web, profili su piattaforme di prenotazione e siti di annunci.

Bisogna progettare la propria campagna di ripartenza in cui infondere sicurezza e mettere in evidenza i plus di un soggiorno.

Si possono curare i vecchi clienti, perché potrebbero essere i primi a ritornare.

Oggi non è ancora il momento di vendere, ma di ispirare e creare le condizioni.

Quando potremo ricominciare a parlare di turismo ci saranno pochi giorni a disposizione e sarà quando dovremo farci

trovare pronti a comunicare la nostra offerta.

Sicurezza e sanità. Quali misure dovranno adottare i gestori di strutture extra alberghiere?

Seguire le indicazioni delle autorità, come Regione, Ministero della Salute e Governo, sarà il minimo.

Bisognerà dimostrare di aver fatto qualcosa in più per rendere davvero sicuro il soggiorno.

Se si guardano le soluzioni adottate finora ci sono molti spunti, dal kit di benvenuto con mascherine e disinfettante per le mani, al self check-in, dalla scelta di un servizio di pulizia professionale ad accordi per il food delivery con ristoranti e pizzerie della zona.

 

Secondo te, cosa dovrebbe fare il governo per aiutare gli operatori del settore?

Sicuramente una grande campagna di comunicazione per far tornare il turismo in Italia.

Lato aziende, il sostegno principale deve essere sui costi fissi: mutui, affitti, dipendenti, collaboratori. Fattori che pesano sul bilancio di questi mesi.

Poi credo che lo stimolo al turismo non vada dato in aiuti alle famiglie, ma in possibilità di spesa sul territorio, ad esempio offrendo musei e trasporti pubblici gratuitamente. In questo modo chi potrà andare in vacanza potrà investire più budget in ospitalità, food e shopping.

Capitolo OTA. Come pensi che si muoveranno Booking, Airbnb e le altre piattaforme online?

Non vedo grandi cambi di strategia all’orizzonte, mi pare aspettino che cambi il vento.

Le piattaforme sono in crisi come gli alberghi, tra chi chiede aiuti di stato come Booking e chi ha licenziato il 25% dei dipendenti, come Airbnb.

Per questo alcuni hanno anche cercato di far cassa a danno di albergatori e host con la nota querelle sui voucher d’acquisto.

In futuro, penso, faranno fatica a recuperare un rapporto di fiducia con molti alberghi.

e questo porterà alla crescita di player alternativi e alla consapevolezza per le strutture ricettive di poter disintermediare.

Credi che dalla crisi si presenteranno nuove opportunità per host e gestori?

Avranno la possibilità di riappropriarsi dei propri alloggi: fino ad ora era entrato nell’uso comune l’idea di andare “In un Airbnb”.

Oggi c’è la possibilità di creare una propria identità di marca, farla conoscere e far affezionare i clienti.

Cosa può insegnarci questo periodo?

Che la ruota gira per tutti, che la crisi è sempre dietro l’angolo e bisogna essere pronti agli imprevisti.

Che consiglio ti senti di dare a chi lavora nel mondo del turismo extra alberghiero?

Di studiare sempre, imparare dai migliori, farsi una cultura di turismo e di digitale, magari partendo dal mio manuale Digital Marketing Extra Alberghiero 🙂

Conclusioni

L’analisi di Domenico, in alcuni punti si avvicina a quella di Massimo Barbato.

Nell’immediato, avremo un turismo costoso, per coppiefamiglie e pieno di accortezze.

Nonostante la profonda crisi del settore, questo potrà essere un buon momento per uscire dall’ombra delle OTA, creando o valorizzando la propria identità.

Occorre lavorare su due aspetti. Il digitale, accrescendo la presenza on line ed esaltando i plus della propria struttura e la sicurezza, tradotta in misure di sanificazione e pulizia.

La parola d’ordine sarà valorizzazione, del territorio e delle strutture. Governo ed host dovranno fare la loro parte, investendo nella comunicazione.

Interessante anche l’idea di offrire trasporti e musei gratuiti. Sarebbe un modo per incentivare la visita nelle città e la spesa in ospitalità, ristoranti e negozi.

Ringrazio Domenico, per la gentilezza e per gli spunti e le idee interessanti.

Se prima questo momento spaventava, ora fa un pò meno paura.

La ripartenza ci sarà. Non sappiamo ancora quando,  ma una cosa è certa: bisogna farsi trovare pronti.

Fine 🙂

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Ci rileggiamo lunedì prossimo!

Stay tuned!