L’articolo di oggi parla di un sepolcro scoperto nel sottosuolo di un parco iconico per molti genovesi. Sto parlando del cimitero dell’Acquasola.

Chi da bambino non è mai stato all’Acquasola? Mio nonno mi ci portava sempre. Ricordo le giostre, gli scivoli, la pista con le bici e lo spiazzo per giocare a pallone…

che bei momenti…ma torniamo a noi…

Per anni l’Acquasola ha nascosto questo macabro segreto…

Sotto di essa, si cela una gigantesca catacombe. Mucchi di ossa intasano i cunicoli e le gallerie sotto al parco.

A pensarci bene, questo parco incarna a modo suo una delle caratteristiche della città: sotto ad una splendida cornice si cela un mondo segreto e misterioso.

La scoperta della “necropoli” (se così si può chiamare) è abbastanza recente.

Siamo alla fine degli anni 80′, quando un gruppo di speleologi del centro studi sotterranei di Genova, scopre l’accesso alle gallerie, trovandosi di fronte ad un macabro spettacolo: mucchi di ossa sparsi ovunque, senza alcun criterio, come se fossero stati abbandonati in fretta e furia.

Nel link che ho postato, è possibile vedere un video del secolo XIX, dedicato alla mostra sulla grande peste, allestita nel 2017 dal Museo Beni culturali Cappuccini http://www.bccgenova.it

Cerchiamo di ricostruire la vicenda, partendo dalle “origini”

Le Origini

Un tempo il parco era conosciuto con il nome de “I Muggi“, i mucchi.

Questo perché, nel 1551, durante la costruzione di una delle strade principali, che oggi conosciamo come Via Garibaldi, la spianata accoglieva pietre e detriti provocati dai lavori di rifacimento della zona.

La superficie era utilizzata anche per seppellire cani, cavalli e altri animali.

Questi “mucchi” fronteggiavano il bastione dell’Acquasola, una porzione di mura della città.

I “mucchi” di detriti furono poi livellati e il quartiere fu completamente riqualificato con la realizzazione dei giardini pubblici.

La Peste del 600

Il cimitero dell'Acquasola

Il secolo successivo, il più nefasto della storia genovese, porta in dote la peste.

Sembra che la malattia giunse via mare, più precisamente dalla Sardegna, regione già fortemente colpita.

I Genovesi provarono a prevenire il problema impedendo lo sbarco delle navi provenienti dall’isola, ma il mancato rispetto dell’editto provocò l’arrivo del morbo, trasportato da topi e zecche.

Nel 1657, la peste si diffuse a Genova.

Tra il 1656 e il 1657, la malattia, causò la morte di circa ottantamila persone (secondo alcuni storici i due terzi della popolazione genovese).

L’Acquasola divenne una gigantesca fossa comune, dove i monatti gettavano pile di cadaveri.

Il parco fu luogo di sepoltura per le vittime della peste, trasformandosi in un enorme cimitero.

La ricostruzione

Alla fine del 700′, l’Acquasola fu completamente ristrutturata.

I corpi furono disseppelliti e gettati come spazzatura nelle gallerie sottostanti e non se ne seppe più niente…fino a trent’anni fa…

Curiosità…

Dopo l’opera di ricostruzione, a cura dell’architetto Carlo Barabino, l’Acquasola, ritornò ad essere uno dei centri di gravità della città.

Il parco fu visitato da personalità illustri, come, Gustavo di Svezia, Charles Dickens, Gustave Falubert, Stendhal, Mark Twain e altri molti altri.

 

È curioso che l’esistenza del cimitero sia stata riportata alla luce solo pochi anni fa. È come se i genovesi del passato avessero cercato di dimenticare la tragedia seppellendola sotto uno strato di terra.

Ma come tutti i segreti tenuti nascosti, prima o poi la verità viene a galla…

 

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