Negli ultimi anni, l’affitto breve ha rappresentato una grande opportunità per i proprietari di immobili, specialmente nelle città turistiche. Tuttavia, non tutti hanno il tempo o la voglia di gestire check-in, pulizie e ospiti ogni pochi giorni. In questi casi, esiste un’interessante alternativa: il contratto a canone concordato.
Scopriamo insieme perché potrebbe fare al caso tuo.

Cos’è il contratto a canone concordato?

Il contratto a canone concordato, o contratto a canone calmierato, è una formula di locazione abitativa regolata da accordi territoriali tra le associazioni dei proprietari e degli inquilini, che definiscono un range di affitto più basso rispetto al libero mercato.

Le durate tipiche sono:

  • Contratto 3+2: tre anni rinnovabili di due.

  • Contratto transitorio: da 1 a 18 mesi.

  • Contratto per studenti universitari: da 6 mesi a 3 anni.

I vantaggi fiscali per il proprietario

Il vero punto di forza di questa formula è la tassazione agevolata. Ecco i principali benefici:

  • Cedolare secca al 10% (invece del 21% del canone libero), nelle aree ad alta tensione abitativa.

  • Riduzioni IMU e TASI (dipende dal Comune).

  • Registrazione del contratto gratuita (se si opta per la cedolare secca).

  • Maggiore stabilità dell’inquilino, quindi meno turnover e minori spese di gestione.

Perché può essere un’alternativa all’affitto breve

Se hai un appartamento in una città dove il turismo è stagionale, oppure se cerchi una forma di reddito più stabile, il canone concordato può essere la soluzione ideale. Ecco i motivi:

  • Reddito costante e prevedibile.

  • Meno burocrazia: una volta firmato il contratto, non serve occuparsi di prenotazioni o ospiti.

  • Spese ridotte: niente costi di pulizia, lavanderia o utenze incluse.

  • Ottima soluzione in città universitarie o con alta domanda abitativa.

Quando conviene davvero

Il canone concordato conviene soprattutto se:

  • L’immobile è in una zona urbana dove il Comune ha aderito agli accordi territoriali.

  • Cerchi meno impegno nella gestione rispetto agli affitti brevi.

  • Vuoi beneficiare della cedolare secca al 10%.

  • Vuoi ridurre il rischio di periodi di vacanza dell’immobile.

Conclusione

Il contratto a canone concordato rappresenta una valida alternativa per chi cerca un equilibrio tra rendimento e tranquillità gestionale. Se non vuoi occuparti di prenotazioni continue e preferisci una rendita più sicura, valuta questa opzione: potresti avere meno stress e comunque una buona redditività, anche grazie alla fiscalità vantaggiosa.

Spero che l’articolo ti sia piaciuto e soprattutto ti sia utile!

Penso che l’affitto breve non sia sempre la strada migliore da percorrere per mettere a reddito il tuo immobile.

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Alla prossima!